Blog Dott. Vincenzo Esposito

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Covid: che fare? La pillola del giorno dopo o le gocce del giorno prima

Pubblicato da in Medicina, Salute, Scienza,Ambiete · 10 Dicembre 2022
Tags: covidimmunitàepidemiapandemia
                                 COVID : CHE FARE ?
                      LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO
                     O LE GOCCE DEL GIORNO PRIMA

   Dal dicembre 2020 ad oggi si sono individuate 5 varianti in circolazione ed i vaccini usati fino ad ora hanno complicato la situazione producendo una soppressione della immunità innata e di conseguenza una maggiore vulnerabilità.
   Una variante è prodotta da una mutazione dell'RNA virale che causa un cambiamento nella struttura della proteina spike con determinazione di un fenomeno che viene definito FUGA IMMUNITARIA, intesa come capacità della spike (e di conseguenza del virus) di sottrarsi all’azione dei meccanismi dell’immunità innata.
  Ad oggi le varianti conosciute sono:
  variante alfa B.1.1.7 , beta B1.351, gamma p.1, delta B.1.617, eta B.1.525 , iota B.1.526, kappa B.1.617.1 , lambda C.37  .



Struttura della proteina Spike da SARS-CoV-2. Sono rappresentate due catene: La catena S1, colorata in verde, che contiene il tratto, colorato in rosso, che serve a stabilire il contatto con il recettore ACE2 per infettare le cellule. La catena S2, colorata in giallo, che contiene la parte della molecola necessaria per l’ingresso del virus nella cellula (su questa catena agisce la bromexina).

  La proteina spike è fondamentale per avviare il processo di infezione dell'ospite che si svolge in due momenti:
• Il legame alla cellula ospite con cui il virus aggredisce e si lega alle cellule dell'organismo.
• La fusione della membrana virale con la membrana della cellula ospite. Così il virus si introduce nelle cellule dell'organismo aggredito e diffonde il suo genoma.
  I vaccini non sono in grado di contrastare la continua produzione di varianti, anzi hanno indebolito il sistema immunitario favorendo la azione delle varianti (Noreen S et al. European Journal Pharmacology 2021).

Secondo l'OMS, sono state somministrate quasi 7,7 miliardi di dosi di vaccini ma solo il 53,2% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino. La maggior parte dei vaccini è stata infatti distribuita in un piccolo numero di paesi altamente sviluppati, lasciando la maggior parte dei paesi in via di sviluppo suscettibili all'infezione da SARS-CoV-2.        Inoltre, diversi studi hanno dimostrato un calo dell'immunità acquisita dopo la vaccinazione, specialmente nei pazienti immunocompromessi, ad esempio quelli sottoposti a emodialisi o trattamento farmacologico citotossico o con cancro. (Yue et al., 2021; Falsey et al., 2021; Dekervel et al., 2021; Choi et al., 2021; Barros-Martins et al., 2021).
Tuttavia, il basso tasso di vaccinazione, insieme al rischio che emergano nuove varianti SARS-CoV-2, resistenti al vaccino, sottolinea la necessità bruciante di sviluppare nuovi farmaci e modalità terapeutiche per COVID-19 (Artese et al., 2020; Twomey et al., 2020; Drożdżal et al., 2020).
  L’entrata in scena degli antivirali rappresenta la nuova strategia di cura proposta dalla medicina ufficiale, che si basa su un programma internazionale di sorveglianza genomica.
     In Italia viene realizzato dalla IZSLT dell’istituto zooprofilattico della regione Lazio e Toscana nell’ambito delle attività raccomandate dalla circolare n 644 del ministero della salute dell’8\01\21 “ indicazioni operative relative al rischio diffusione di nuove varianti SARS-CoV2 in unione europea \spazio economico europeo (UE\SEE): misure di prevenzione per i viaggiatori e sorveglianza di laboratorio “ .
  Questa circolare riprende la raccomandazione del Organizzazione Mondiale della Sanita’ e dell’EUROPEAN CENTRE FOR DISEASE PREVENTIONAND CONTROLL (EDC) .
  Lo scopo della agenzia è duplice: monitorare la diffusione di varianti rilevanti del virus ed attenzione alle metodologie scientifiche in uso per tracciare le varianti nello spazio e nel tempo
  Le sequenze ottenute vengono depositate presso banche dati di consenso internazionale ad accesso libero e condivise con gli enti regionali e nazionali.
  In Campania l’attività è svolta dalla Direzione del laboratorio di microbiologia e virologia del Cotugno  e dal laboratorio di virologia dell’istituto zooprofilattico sperimentale del mezzogiorno ed il TIGEM .
  E’ importante sapere che la metà dei tamponi rapidi o antigenici non sono processabili per la analisi genetica.
  Ma soprattutto bisogna che si sappia che in America, alla data dell’8 dicembre 2021, il 74% dei casi di infezione da covid si erano verificati in soggetti che  avevano completato il ciclo vaccinale con tre dosi.
     Le informazioni che vengono fornite di seguito e che riguardano i due antivirali attualmente autorizzati in America, in Europa e in Italia, sono ricavate dalla letteratura internazionale, precisamente da: MEDICAL SCIENCE MONITOR 2022 28: e935952-1-e935952-4 che chiunque può consultare in rete su PUB MED.
MOLNUPIRAVIR (LAGEVRIO)
   Questo è il primo antivirale scoperto in Inghilterra il 4 novembre 2021 che ha ricevuto la approvazione normativa dalla Medical Regulatory Agency (MHRA)nel Regno Unito
  E’ stato sviluppato presso la Memory University da Drug Innovation Ventures che è stata acquistata da Ridegeback Biotherapeutics di Miami in collaborazione con la Merck.
                                        


                                  INDICAZIONI
   Va prescritto per pazienti a rischio di COVID-19 grave, risultati positivi a seguito di test a flusso laterale di un tampone rinofaringe.
           
                              MECCANISMO DI AZIONE
   Agisce provocando un aumento nella frequenza delle mutazioni dell’RNA virale per compromettere la replicazione del covid con un meccanismo di mutagenesi in due fasi ed esplicando una azione ad ampio spettro.
  Esattamente si chiama MUTAGENESI LETALE ed è una geniale strategia antivirale.


  L’RNA virale è costituito da basi azotate A=ADENINA C=CITOSINA G= GUANINA u= URACILE
   Questa sequenza di basi viene alterata sostituendo la base giusta con un analogo nucleosidico, una base simile ma modificata chimicamente.


  In questo disegno viene indicato come la molecola di un analogo nucleosidico (noto un poco a tutti perché si tratta della molecola dell’aciclovir usata per combattere le infezioni erpetiche), si incorpora nella base costituita dalla guanina e quindi modifica tutte le molecole di guanina che costituiscono il virus dell’herpes e quindi portano a virus herpetici sempre meno capaci di infettare perché sono andati incontro a mutazioni in numero letale per il virus.
  In questo modo il virus nel moltiplicarsi dà vita a virus sempre più mutati fino a generare virus incapaci di infettare o che comunque hanno perso la loro forza o virulenza iniziale.
  Più velocemente si replica, più aumenta il numero di copie mutate che vanno in circolo nell’organismo, fino a che ad un certo punto diventa quasi nulla capacità di infettare.
  Su questo farmaco sono stati fatti studi di prima, seconda e terza fase e ne è stata quindi autorizzata la vendita per la somministrazione
                 COSA SONO GLI STUDI DI FASE?  
  
  Prima che un nuovo farmaco venga immesso sul mercato, è necessario verificare la sua efficacia e che non arrechi danni alla salute. Per comprendere le sue proprietà, quantificare il rapporto tra gli eventuali rischi ed i benefici che se ne traggono dalla sua assunzione, la molecola chimica che aspira a diventare un farmaco è sottoposta a una lunga serie di studi, condotti prima in laboratorio e su animali e poi sull’uomo.
  Queste ricerche, la cui durata oscilla in genere tra i sei ed i dieci anni, sono molto dispendiose e sono a carico dell’industria farmaceutica. Le ricerche si articolano in diverse fasi:
 sperimentazione preclinica: studi “in vitro” ed “in vivo” sugli animali;
 sperimentazione clinica: studi cosiddetti di fase I, di fase II, di fase III, e di fase IV eseguiti sull’uomo.
Per ragioni di sicurezza, tutti i trials clinici (cioè le “prove cliniche”) sono progettati per escludere donne in età fertile, gravide e le donne che diventeranno gravide durante lo studio. In alcuni casi i partner maschili di quelle donne sono esclusi o è loro richiesto di prendere provvedimenti per il controllo delle nascite.

Autorizzazione all’immissione al commercio
  Nel caso del farmaco di cui ci stiamo occupando c’è un grande rischio per l’uomo ed è questo: l’analogo nucleosidico, cioè la base o mattoncino che viene inserito allo scopo di modificare la base giusta per una corretta sintesi di proteine virali responsabili della infezione, può essere   incorporato anche nel DNA della cellula ospite con il rischio si sviluppo di tumori come è stato dimostrato in colture cellulari umane
(vedi ZHOU S ET AL . INFECTIOUS DESEASE 2021 DOI: 10.1083 )

NIRMATRELVIR – RITONAVIR (PAXLOVID)
  Questo farmaco ha lo scopo di inibire l’ingresso del covid nella cellula ospite, cosa che il virus realizza tramite la interazione con il recettore ACE


  Questa interazione è mediata da un enzima che prende il nome di serina proteasi transmembrana ed è indicato con la sigla   TMPRSS2     
   Questo farmaco inibisce questo enzima che catalizza la rottura del legame peptidico delle proteine che nel caso della infezione da covid significa che
  La azione di questo enzima permette al virus di appoggiarsi sulla membrana cellulare e di fondersi con essa, perforarla o di aderire alla stessa sfruttando la endocitosi che la cellula ospite attiva per inglobare il virus e aggredirlo chimicamente all’interno della cellula.


  Questo farmaco inibisce questo enzima
  Questa azione di sbarramento all’ingresso del virus lo svolge già la molto più economica bromexina, cioè il bisolvon che costa 6 euro, e la quercitina insieme alla colchicina.
  Abbiamo già un armamentario economico, di facile disponibilità per cui potremmo fare a meno di un prodotto nuovo, costoso e soprattutto controindicato per persone che hanno insufficienza epatica o renale e per effetti collaterali quali nausea, diarrea , aumento della pressione sanguigna .
  Ma soprattutto non va usato se si hanno allergie, in caso di gravidanza o in casi in cui si stanno pianificando gravidanze o in allattamento o patologie gravi.
  Riportiamo i farmaci con il cui uso è controindicata la somministrazione del paxlovid:
• alfuzosina, che si usa per la ipertrofia prostatica ,
• petidina, è un analgesico,
• piroxicam,  antinfiammatorio non cortisonico ,
• propossifene,  è un analgesico ,
• ranolazina, antianginoso
• amiodarone, antiaritmico insieme al dronedarone ed alla flecainide propafenone chinidina,
• colchicina, che è un antigottoso
• farmaci usati in ambito psichiatrico: lurasidone  primozide , clozapina, diidroergotamina ergotamina metilergomovina
farmaci largamente usati per il trattamento di dislipidemie: lovastatina, simvastatina
sildenafil, usato per la disfunzione erettile
e benzodiazepine triazolam
  Come potete vedere è così vasto l’ambito delle patologie in cui non va usato il farmaco che non si capisce come lo si possa somministrare alla popolazione in massa.

    Riportiamo il comunicato ufficiale della FDA americana:
Mercoledì 22 dicembre 2021, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha rilasciato un'autorizzazione all'uso di emergenza (EUA) per Paxlovid di Pfizer (nirmatrelvir e ritonavir) per il trattamento dell'infezione da COVID-19 da lieve a moderata in pazienti di età pari o superiore a 12 anni e di peso superiore a 40 kg (88 libbre) ad alto rischio di progressione verso COVID-19 grave, incluso il ricovero in ospedale o il decesso. Paxlovid non è autorizzato per la prevenzione pre-esposizione o post-esposizione di COVID-19 o per l'inizio del trattamento in coloro che richiedono il ricovero in ospedale a causa di COVID-19 grave o critico e i pazienti devono avere risultati positivi del test diretto SARS-CoV-2.
  Un recente studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo è stato condotto per studiare Paxlovid per il trattamento di oltre 2.000 adulti sintomatici non ospedalizzati di età pari o superiore a 18 anni con una diagnosi confermata in laboratorio di infezione da SARS-CoV-2 e con un fattore di rischio pre- specificato per la progressione verso una malattia grave o avevano 60 anni e più indipendentemente dalle condizioni mediche croniche pre-specificate.
   Paxlovid ha ridotto significativamente la percentuale di persone con ospedalizzazione correlata a COVID-19 o morte per qualsiasi causa dell'88% rispetto al placebo tra i pazienti trattati entro cinque giorni dall'insorgenza dei sintomi e che non hanno ricevuto il trattamento con anticorpi monoclonali terapeutici COVID-19. Inoltre, solo lo 0,8% che ha ricevuto Paxlovid è stato ricoverato in ospedale o è morto durante 28 giorni di follow-up rispetto al 6% dei pazienti che hanno ricevuto placebo. La sicurezza e l'efficacia di Paxlovid per il trattamento del COVID-19 continuano a essere valutate.
  Possibili effetti collaterali di Paxlovid includono alterato senso del gusto, diarrea, ipertensione e dolori muscolari. Poiché Paxlovid contiene ritonavir, un potente inibitore dell'enzima Citocromo P450 3A4 (CYP3A4), si deve usare precauzione nei pazienti che potrebbero avere un'infezione da HIV non diagnosticata e/o stanno assumendo farmaci che potrebbero essere influenzati da questa inibizione. Inoltre, i pazienti con malattie epatiche o renali sottostanti necessitano di una considerazione speciale.
  Paxlovid viene somministrato sotto forma di tre compresse (due compresse di nirmatrelvir e una compressa di ritonavir) assunte insieme per via orale due volte al giorno per cinque giorni, per un totale di 30 compresse e deve essere iniziato il prima possibile dopo la diagnosi di COVID-19 ed entro cinque giorni dall'insorgenza dei sintomi.
   Paxlovid è disponibile solo su prescrizione medica e le schede informative EUA per i pazienti possono essere trovate collegate di seguito.
  Il governo federale ha acquistato un totale di 10 milioni di corsi di Paxlovid che saranno forniti gratuitamente ai dipartimenti sanitari statali e territoriali. Anche se il prodotto sarà inizialmente limitato, la produzione aumenterà in modo significativo nei prossimi mesi. I primi 65.000 corsi di Paxlovid saranno resi disponibili per la spedizione in stati e territori e in alcune cliniche sanitarie finanziate da HRSA e inizieranno ad arrivare in stati e territori durante la prima settimana di gennaio. L'Alabama riceverà 780 corsi per pazienti (con un minimo di 20 corsi per sito) per questa prima assegnazione, sufficienti per circa 39 siti.
  Con l'obiettivo di dare priorità all'equa distribuzione e all'accesso agli antivirali orali in alabama, l'Alabama Department of Public Health (ADPH) inizialmente collaborerà con un Federal Retail Pharmacy Partner utilizzando un modello di erogazione della farmacia. Questo partner ha la più ampia portata di sedi farmaceutiche nello stato dell'Alabama, aiutandoci a raggiungere il nostro obiettivo di distribuzione equa e accesso ai prodotti. Una volta aumentata l'allocazione, ADPH inizierà ad espandere siti e provider.
  È importante sottolineare che Paxlovid non è un sostituto della vaccinazione in individui per i quali sono raccomandate la vaccinazione COVID-19 e una dose di richiamo. La FDA, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e l'ADPH esortano il pubblico a vaccinarsi e ricevere un richiamo se idoneo.
https://www.fda.gov/media/155049/download
  E’ chiaro che la strategia vaccinale è fallita e che quella che viene messa in campo oggi è quella della disponibilità di farmaci antivirali efficaci ma a basso costo che possono essere somministrati nelle comunità in una fase precoce della infezione da SARS-CoV-2
  In Europa l’EMA ha dato parere favorevole in modo da supportare le autorità nazionali che potrebbero decidere sull’uso precoce del medicinale prima della autorizzazione alla immissione in commercio, ad esempio emergenze epidemiche.
  Meglio il vecchio e noto bisolvon, insieme alla quercitina e alla colchicina.
  Ma soprattutto perché più fisiologica la isoterapia con il nosode di cui parleremo adesso
  In Italia l’AIFA HA DATO PARERE FAVOREVOLE DAL MAGGIO 2022.
     LA AUOISOIMMUNIZZAZIONE COME
                     ALTERNATIVA                    
   Con la auto-isoimmunizzazione passiamo dalla biologia molecolare alla biofisica e possiamo ritenerla una vera alternativa alla vaccinazione fallita nel suo obiettivo e foriera di altri problemi e alla farmacologia degli antivirali
     Quella che chiamiamo infezione da batteri o virus o contaminazione chimica, dal punto di vista della biologia quantistica, è riconducibile ad una frequenza elettromagnetica espressa come una onda con una sua intensità, una sua durata ed una sua morfologia.
-   IL NOSODE (O VACCINO OMEOPATICO) E’ UN PREPARATO ISOPATICO PERCHE’ PREPARATO da materiale patologico PRELEVATO DALLA STESSA PERSONA AMMALATA O CHE SI PRESUME TALE  : sangue, pus, secrezione o escrezione corporea, frammento di tessuto patologico o coltura batterica.
  LE DUE CONSEGUENZE CHE DERIVANO DA QUESTA DEFINIZIONE SONO:
1-LA QUANTITA’ DI MATERIALE DI PARTENZA è estremamente piccola se non inesistente in quanto in omeopatia è la struttura informazionale energetica non la sostanza in sé a svolgere il lavoro biologico
2-IL NOSODE stimola l’intero sistema immunitario a reagire verso una specifica malattia STIMOLANDO LA PRODUZIONE DI ANTICORPI SPECIFICI e la immunità cellulo-mediata e RIATTIVANDO IL  METABOLISMO NORMALE
SOMMINISTRANDO VIBRAZIONI SPECIFICHE AL SISTEMA PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologico) DISATTIVATO DALLA PRESENZA DI SOSTANZE TOSSICHE O VELENOSE
  VENENDO ORA ALL’ASPETTO OPERATIVO, DICIAMO INNANZITUTTO CHE E’ UNA STRATEGIA PERSONALIZZATA PERCHE’ PARTE DALLE STESSE SECREZIONI DEL PAZIENTE CHE FUNZIONANO COME AUTOVACCINO.

Esse rappresentano le condizioni patologiche dei vari organi.
  Se ciò che chiamiamo infezione da batteri o virus o contaminazione chimica, è riconducibile ad una frequenza elettromagnetica espressa come una onda con una sua intensità, una sua durata ed una sua morfologia,
•   ESSA VA RAPPRESENTATA SU UN SISTEMA DI ASSI CARTESIANI COME UNA ONDA POSITIVA


  RILEVATA GRAZIE ALL’USO DI STRUMENTI CAPACI DI RILEVARE IL SEGNALE NELLA BANDA DELLE TERAHERTZ 10 ALLA 12^



Ed invertite da filtri Passabanda che producono una inversione di polarità
    Immaginiamo di essere al centro di un radar
 Poiché irraggiamo energia e al tempo stesso ne siamo attraversati, facciamo una scansione continua delle frequenze emesse dagli altri esseri viventi che ci circondano a partire dai virus ad altri animali e piante.
    Questa capacità ci permette di intercettare “sul nascere” il segnale di un virus o altro agente che intende “attaccarci”, consentendoci di attivare la parte innata della risposta immunitaria prima che “il nemico” raggiunga la nostra struttura materiale.
 La diluizione omeopatica costituisce la frequenza di intercettazione.
  Si passa dalla d 3 che è la più vicina al nostro corpo ed è costituita da una maggiore concentrazione di materia (carica virale – tampone molecolare) alla d 400 che è la più lontana dal nostro corpo ed è quindi costituita solo da frequenze elettromagnetiche.
  Riepilogando:
1. rilevare il segnale (secrezione del paziente)
2. riconoscerne la identità confrontandolo con la frequenza in digitale presente su un software
3. produrre il nosode attraverso i filtri di inversione di frequenza dell’apparecchio mora
  sono le tappe attraverso le quali si arriva alla produzione di una soluzione idro-alcoolica in cui è inscritta la informazione invertita di polarità che permette di colpire il nemico in maniera specifica e in tempo reale.














1 commento
Voto medio: 115.0/5
Stefania Niccoli
2023-03-07 15:09:31
Per fortuna c'è lei che ci aiuta e ci spiega!
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