Blog Dott. Vincenzo Esposito

Vai ai contenuti

Cosa significano i vuoti di memoria

Pubblicato da in Medicina, Salute, Scienza,Ambiete · 27 Dicembre 2023
Tags: disturbi cognitivimomoria
COSA SIGNIFICANO I VUOTI DI MEMORIA?

In questa fase storica post covid sono sempre più frequenti e diversificati i disturbi cognitivi.
  Il virus è in grado di superare la barriera ematoencefalica e la infiammazione che si sviluppa a livello delle meningi crea le condizioni per una reazione autoimmunitaria.
   E’ questo il dato biologico che alimenta il manifestarsi di una gamma di sintomi neurologici variegati che fanno rivisitare categorie nosografiche da tempo definite come la demenza senile.
   Molte persone nella fascia di età anziana accusando vuoti di memoria si allarmano pensando ad un inizio di demenza senile.
  Il vuoto di memoria può essere il segnale di pseudo-demenza ma questa viene definita meglio come depressione con marcato disturbo cognitivo.
  La domanda è : è venuto prima il disturbo cognitivo o il problema psichico , ma soprattutto i vuoti di memoria , che fra l’altro in questo periodo si manifestano anche in persone piu’ giovani , sono effettivamente segno di sicura demenza senile ?
  In altri termini si pone un problema di diagnosi differenziale di grande importanza in quanto la depressione senile può essere curata in maniera efficace sia con i farmaci, la psicoterapia e la medicina quantistica e la organoterapia, la terapia con antiossidanti ed interleuchine somministrate come frequenze elettromagnetiche.
  Ci sono una serie di criteri per distinguere fra depressione e demenza:
1- Nella depressione senile la persona si esprime in maniera chiara e descrive i propri vuoti di memoria
2- I pazienti con depressione senile ammettono di non conoscere la risposta
3- I pazienti con depressione sono in grado di raccontare la propria storia
  Nella demenza senile questo non accade.
  Il cervello degli anziani depressi mostra anomalie strutturali: nel 60% dei casi si osservano alterazioni della irrorazione sanguigna  in questo caso si parla di DEPRESSIONE VASCOLARE .
  Oggi sia gli psichiatri che gli psicologi parlano di una pseudo-demenza presente nello 0,6 % degli over 65 , ma il numero potrebbe essere più alto considerando che è difficile cogliere la malattia nei suoi esordi .
  Uno studio del 2020 dei neuroscienziati Brodaty e Connor ha dimostrato che mentre il 38% delle persone con pseudo-demenza vanno incontro a demenza neurodegenerativa , nel 48% i disturbi sono scomparsi completamente se opportunamente trattati .
  Al momento si può concludere che la depressione senile può precedere una demenza , ma questo tipo di evoluzione non è scontata .
  Per quanto riguarda l’uso di antidepressivi essi sono meno efficaci negli anziani rispetto ai giovani e si osservano spesso ricadute ed in ogni caso c’è bisogno di più tempo per vedere dei risultati.
  Sul piano biochimico va tenuto conto che il neurotrasmettitore dopamina diminuisce con la età.
   Questa carenza ha una serie di conseguenze: rallentamento della rielaborazione delle informazioni ed inibizione della motivazione.
  Di conseguenza si pensa di intervenire sui livelli di dopamina come si fa nel Parkinson.
  La organoterapia è una tecnica della medicina quantistica che usa le frequenze elettromagnetiche degli organi di maiale corrispondenti, in questo caso cervello, lobo frontale, ipotalamo, per rigenerare il tessuto e migliorarne la attività biochimica.
  Non ultima una psicoterapia ritagliata sui bisogni del paziente





3 commenti
Voto medio: 135.0/5
Daniele
2024-01-24 18:20:53
molto interessante
Loredana Scappaticcio
2023-12-28 20:29:15
Come fare per applicare questa terapia?
Tiuna
2023-12-28 09:15:42
sempre interessantissimo
Torna ai contenuti