Blog Dott. Vincenzo Esposito

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Omeopatia e allopatia a confronto

Pubblicato da in Medicina, Salute · 5 Giugno 2019
Tags: medicina
    Il termine integrare dal punto di vista etimologico significa rendere intero, ricomporre.
 
 Non si fa fatica a partire da quelli che sono considerati gli obiettivi ed i compiti comuni a tutti i medici e che sono : 1-primum non nocere 2-puntare ad una ottimale qualità della relazione medico-paziente-
 
  Questi due primi punti sono premesse fondamentali per una diagnosi quanto più precisa possibile e  per una terapia efficace-  
 
  Inoltre non si può prescindere dalla osservanza di costi sostenibili e dal perseguire un obiettivo non solo moralmente prioritario ma anche economicamente necessario che è quello della produzione di salute
 
  Ricordiamoci che l’articolo 32 della nostra costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività quindi lo scopo dello stato democratico è quello di produrre salute   
 
   Nel rapporto fra allopatia ed omeopatia si sta fra atteggiamenti di indifferenza,a volte di scontro raramente di confronto costruttivo . Oggi noi ci siamo posti un obiettivo più grande puntare alla integrazione nel senso etimologico introdotto all’inizio della trattazione .   In altri termini omeopatia ed allopatia sono due facce della stessa medaglia.
 
  Il concetto che , a mio parere, può costituire la prima pietra per una costruzione comune è quello che sia la allopatia che la omeopatia non sono due medicine ma due metodologie diagnostiche e terapeutiche di pari dignità-
 
  Ovviamente questa è una affermazione che dobbiamo dimostrare
 
  La caratteristica distintiva della allopatia rispetto alla omeopatia è che la allopatia è una metodologia prevalentemente analitica , mentre la omeopatia si basa sua una procedura metodologica di tipo prevalentemente analogico .
 
  Questa differenza si collega a :
 
diverse concezioni dell’essere vivente e ad un riferimento epistemologico rispettivamente , per la allopatia, alla fisica classica per la omeopatia alla fisica quantistica .
 
  Pertanto  la prima tesi che vogliamo proporre alla  attenzione dell’uditorio è che l’omeopatia, almeno nella spiegazione moderna che se ne dà, si basa su :
 
1-una concezione quantistica della materia
 
2-una concezione biofisica di essere vivente
 
    Per capire cosa significa concezione quantistica della materia dobbiamo fare un passo indietro , precisamente al 1923 , quando Niels  Bohr dimostrò che non era più valido il modello classico della struttura dell’atomo caratterizzato dalla indivisibilità, ma che nell’atomo bisognava distinguere la presenza di altre particelle in particolare un nucleo costituito da protoni e neutroni , e soprattutto elettroni che ruotano intorno al nucleo su tragitti detti orbitali con un valore di energia variabile.   Inoltre l’elettrone ha una natura duale e si manifesta in due forme come un corpuscolo e come un onda .
 
  Se le cose stanno così un atomo non lo possiamo immaginare come una pallina chiusa di gomma dura ma dobbiamo entrare nella nozione che l’atomo non solo è fatto di diverse parti ma tra queste circola energia secondo la equazione di Einstein E=mc2
 
  Puo’ essere molto utile per una visualizzazione di questi concetti tener presente quanto affermato da Carlo Rubbia nel 1984 :
 
una massa m  può essere vista come tutta concentrata in una entità chiamata nucleone, il resto è energia manifestata come fotone
 
 
  Questa premessa ci porta  a delle implicazioni che riguardano il metodo di studio e di lavoro e la concezione del’essere vivente che sta dietro alla metodologia omeopatica rispetto a quella allopatica .
 
  La metodologia allopatica si basa prevalentemente su un procedimento di tipo analitico che consiste nella scomposizione di un tutto in elementi piu’ semplici considerate parti di un tutto .   Questo metodo e’ di tipo deterministico e rischia di passare al riduzionismo.
 
  Una metodologia di questo tipo porta di conseguenza a considerare l’essere vivente come una complicata rete di unità anatomiche con specifiche funzioni, caratterizzate dal fatto che sono rigorosamente localizzate e limitate nella loro sfera di azione ; di conseguenza le disfunzioni o patologie sono la conseguenza di difetti della anatomia, cioè della struttura di queste parti. Questa visione si chiama anche visione cartesiana .
 
  La metodologia omeopatica o olistica si basa invece su un procedimento analogico. Questo consiste nel considerare che ci sono certamente delle parti che costituiscono un tutto , ma il  tutto che ne deriva è più della soma delle sue parti compreso il fattore energia .
 
  L’essere vivente quindi e’ costituito dalla interrelazione e interdipendenza di tutti i fenomeni : biologici, psicologici, sociali e culturali
 
  La prima conseguenza immediata che ne deriva è che l’essere vivente e’ per definizione un sistema termodinamicamente aperto alle informazioni in entrata ed in uscita, e non un sistema isolato come viene concepito e trattato nella impostazione prevalentemente allopatica
 
  La seconda conseguenza è che cambia completamente la concezione di malattia, essa non è più una nemica ma un segnale della perturbazione della forza vitale o equilibrio interno anche per azione di sintomi non solo fisici ma anche e soprattutto emotivi .   E’ con l’omeopatia che inizia la valutazione della importanza della relazione mente corpo.
 
  Stando così  le cose dobbiamo porci più che sulla considerazione di che cosa è un corpo in sé, sul livello della interazione di questo corpo con le forze interne ad esso e allo stesso tempo con quelle esterne ad esso ponendoci l’obiettivo di capire se questo corpo o questo essere sono in armonia o disarmonia.
 
  La seconda tesi che vogliamo sviluppare e’ che la metodologia omeopatica è una metodologia elettromagnetica.   Questo implica che essa fornisce all’organismo che cura delle informazioni consistenti in frequenze elettromagnetiche.
 
  Questo punto di vista non si comprende se non si introduce il concetto di risonanza biologica che permette di effettuare quella valutazione all’interfaccia tra esterno ed interno di un essere vivente –
 
  La risonanza è un fenomeno fisico consistente nell’aumento di ampiezza delle oscillazioni delle onde elettromagnetiche di un sistema come effetto della azione di forze esterne a quel sistema , quindi essa presuppone una interazione fra due sistemi con la possibilità o della produzione di una armonia o di una disarmonia .
 
  Più  precisamente va tenuta presente la definizione di risonanza biocellulare , si intende il fatto che qualunque molecola o cellula possiede una specifica frequenza di risonanza e può interagire cioè risuonare e quindi scambiare informazioni frequenziali con altre molecole o cellule aventi la stessa frequenza.
 
  Il concetto di risonanza biocellulare è la base della BIOLOGIA QUANTISTICA .
 
  Questa grossa parola semplicemente vuol dire applicare la formula di Einstein alla concezione della materia vivente E=mc2, per cui di conseguenza un qualsiasi corpo materiale : cellula umana , cellula batterica , particella virale costituiscono energia materializzata visualizzabile come una funzione d’onda che può essere rilevata, misurata e confrontata con altre frequenze elettromagnetiche .
 
   Diamo allora degli spunti sintetici:
 
1-    Se la materia e’ composta di una parte chimica e di una energetica o elettromagnetica ne derivano due possibili definizioni di omeopatia ed allopatia che ne fanno però un unico campo unificato di conoscenze e possibilità.
 
2-    L’omeopatia è una metodologia elettromagnetica che consiste nel fornire all’organismo che cura informazioni consistenti soltanto in frequenze elettromagnetiche.
 
3-    L’allopatia è una metodologia chimica che fornisce all’organismo che cura informazioni sia chimiche che elettromagnetiche in quanto la molecola del farmaco è costituito anche esso di materia ed energia-
 
4-    La risonanza biologica e’ il fenomeno biofisico che va sfruttato per somministrare la sostanza chimica con la sua frequenza elettromagnetica e/o la frequenza elettromagnetica da sola
 
5-    La frequenza o il farmaco chimico giusto e’ quello che risuona , cioè ha corrispondenza con la oscillazione di frequenza che si osserva nell’organismo che si misura, ed e’ in grado di riportare la oscillazione nei termini fisiologici cioè  omeostatici    






 
 
 
 
 



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