Blog Dott. Vincenzo Esposito

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La depressione non è una patologia individuale

Pubblicato da in Medicina, Salute, Scienza,Ambiete · 2 Dicembre 2023
Tags: depressione

LA DEPRESSIONE NON E’UNA PATOLOGIA INDIVIDUALE

  La depressione e’ una della malattie psicologiche piu’ diffuse in Italia almeno 1,5 milioni di persone soffrono di depressione mentre il 10 % della popolazione del nostro paese , vale a dire circa 6 milioni di persone , hanno sofferto almeno una volta di un episodio depressivo .
  Si stima che l’8% dei giovani tra i 12 ed i 18 anni soffra di depressione.
  Al mattino chi e’ depresso non sa se alzarsi o rimanere a letto .A volte rimane lì per diverse ore , sveglio , ansioso e incapace di affrontare le giornata .
  Per chi soffre di depressione, provare piacere o soddisfazione è semplicemente impossibile, questo stato si chiama ANEDONIA.
Inoltre non sono in grado di organizzare il proprio pensiero.
  E’ inutile incolpare chi è depresso per la sua incapacità di distrarsi o altro. Questo non farà altro che rafforzare i sensi di colpa e di impotenza.
  I segnali dell’instaurarsi di una depressione possono essere raggruppati in cinque categorie:
1-perdita di interesse e piacere per qualsiasi attività o anedonia
2-ansia, pura, una tensione quasi permanente, in qualsiasi situazione della vita, anche in condizioni che non dovrebbero suscitare apprensione
3-sintomi cognitivi: sensi di colpa, autosvalutazione, riduzione della concentrazione della capacità di pensare
4-pensieri suicidi
5-sintomi fisici: aumento o perdita di peso , insonnia , ipersonnia calo della libido , perdita di energia , dolori diffusi .(fibromialgia )
  Per sapere se quelli elencati sono veramente segni di una depressione abbiamo due criteri:
a-criterio temporale: presenza dei sintomi per almeno due settimane consecutive
b- criterio di intensità
c- alterazione del funzionamento sociale
  l’approccio farmacologico consiste nella prescrizione di anti depressi ed ansiolitici.
  Di solito la persona depressa non si rende conto dei progressi che sta facendo.
 Nonostante la frequenza del disturbo non è molto diffusa la conoscenza dei sintomi iniziali della depressione e di come rapportarsi con la persona depressa.
  Rispetto a ciò è di grande importanza individuare le cause del disturbo.
   Lo stress continuativo è l’elemento fondamentale. Esso è un meccanismo difensivo utile il cui utilizzo eccessivo è controproducente (il cosiddetto andare a mille).
  Ad un certo punto, infatti, ci si isola dal mondo erigendo uno scudo difensivo perché anche i meccanismi difensivi diventano meno attivi .
  Le cause più comuni di depressione sono:
conflitti interpersonali, situazioni lavorative troppo impegnative , perdita di una persona cara .
  la depressione in altre parole è caratterizzata da vuoti emotivi.
Nelle depressioni gravi si innesca una ruminazione mentale cioè un pensiero ricorrente che non riesce ad avere una conclusione il che comporta la perdita di un pensiero produttivo.
  La scoperta di questo automatismo come caratteristica della depressione ha prodotto una svolta nella ricerca sulla depressione.
  Negli anni sessanta la ricerca sulla depressione venne dominata dalla ipotesi mono amminergica formulata da Joseph Schildkraut in base alla quale la depressione dipende da uno squilibrio nei vari neurotrasmettitori soprattutto da una carenza di serotonina.
  Oggi è chiaro che questa ipotesi ha molti limiti da quando , nel 2005 , Eero Castrèn della università di Helsinki , ha messo in dubbio che la depressione fosse solo un fatto di chimica .
  Oggi molti ricercatori ritengono che lo stato dell’umore non è determinato solo da un eccesso o da una carenza di neurotrasmettitori.
  La depressione compromette la capacità del cervello di adattarsi all’ambiente.
  Ovviamente c’è una base anatomica e chimica, ed è costituita dal fatto che i neuroni sono legati tra loro da punti di contatto, le sinapsi, attraverso i quali vengono trasmessi i segnali.
Mentre il numero dei neuroni rimane stabile, la trasmissione sinaptica può modificarsi  in maniera molto dinamica determinando la nascita o la scomparsa di sinapsi .
  Queste modificazioni costituiscono la plasticità sinaptica che è il fondamento dell’apprendimento e della memoria .
  Una forma di plasticità sinaptica è il potenziamento a lungo termine: quando un neurone viene stimolato in continuazione, la sinapsi si adatta e cresce, nel neurone collegato a valle, il numero dei recettori.
  Uno stress troppo intenso e prolungato inibisce il potenziamento a lungo termine e favorisce il movimento opposto che è la depressione a lungo termine cioè lo stop alla crescita di nuove sinapsi.
   Su queste acquisizioni si basa l’uso degli antidepressivi classificati come inibitori della ricaptazione della serotonina SSRI che agiscono facendo in modo che il neurotrasmettitore prodotto venga assimilato più lentamente dalle cellule e quindi, nonostante il blocco del potenziamento a lungo termine, abbia un effetto prolungato.
  Oggi con tecniche come la stimolazione magnetica transcranica si può misurare attraverso il cranio la plasticità neuronale del cervello.
  Un fattore chimico molto importante per favorire la plasticità neuronale è il BDNF una interleuchina di cui è possibile somministrare una diluizione omeopatica ad azione stimolante la produzione.
  Il trattamento farmacologico della depressione equivale alla possibilità di generare un cambiamento, ma è l’ambiente e\o gli interventi psicoterapeutici a determinare se questo cambiamento verrà orientato o si orienterà in senso positivo o negativo per una persona.
  Oggi possiamo dire che i pazienti trattati con i farmaci traggano più giovamento dalla psicoterapia rispetto a quelli non trattati e viceversa il trattamento farmacologico avrà meno probabilità di funzionare in assenza di psicoterapia.
  L’ago della bilancia sono le influenze esterne.
  Ne consegue che le depressioni non debbono essere intese solo come una patologia individuale.
  Ad esempio lo stress lavorativo aumenta il rischio di depressione del 75 %.
  Un ambiente comprensivo potrebbe essere molto utile .



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