LA DEPRESSIONE
NON E’UNA PATOLOGIA INDIVIDUALE
La depressione e’ una della malattie psicologiche piu’
diffuse in Italia almeno 1,5 milioni di persone soffrono di depressione mentre
il 10 % della popolazione del nostro paese , vale a dire circa 6 milioni di
persone , hanno sofferto almeno una volta di un episodio depressivo .
Si stima che l’8% dei giovani tra i 12 ed i 18 anni soffra di
depressione.
Al mattino chi e’ depresso non sa se alzarsi
o rimanere a letto .A volte rimane lì per diverse ore , sveglio , ansioso e
incapace di affrontare le giornata .
Per chi soffre di depressione, provare
piacere o soddisfazione è semplicemente impossibile, questo stato si chiama
ANEDONIA.
Inoltre non
sono in grado di organizzare il proprio pensiero.
E’ inutile incolpare chi è depresso per la
sua incapacità di distrarsi o altro. Questo non farà altro che rafforzare i sensi
di colpa e di impotenza.
I segnali dell’instaurarsi di una
depressione possono essere raggruppati in cinque categorie:
1-perdita di
interesse e piacere per qualsiasi attività o anedonia
2-ansia,
pura, una tensione quasi permanente, in qualsiasi situazione della vita, anche
in condizioni che non dovrebbero suscitare apprensione
3-sintomi
cognitivi: sensi di colpa, autosvalutazione, riduzione della concentrazione
della capacità di pensare
4-pensieri
suicidi
5-sintomi
fisici: aumento o perdita di peso , insonnia , ipersonnia calo della libido ,
perdita di energia , dolori diffusi .(fibromialgia )
Per sapere se quelli elencati sono veramente
segni di una depressione abbiamo due criteri:
a-criterio
temporale: presenza dei sintomi per almeno due settimane consecutive
b- criterio
di intensità
c-
alterazione del funzionamento sociale
l’approccio farmacologico consiste nella
prescrizione di anti depressi ed ansiolitici.
Di solito la persona depressa non si rende
conto dei progressi che sta facendo.
Nonostante la frequenza del disturbo non è
molto diffusa la conoscenza dei sintomi iniziali della depressione e di come
rapportarsi con la persona depressa.
Rispetto a ciò è di grande importanza
individuare le cause del disturbo.
Lo stress continuativo è l’elemento
fondamentale. Esso è un meccanismo difensivo utile il cui utilizzo eccessivo è
controproducente (il cosiddetto andare a mille).
Ad un certo punto, infatti, ci si isola dal
mondo erigendo uno scudo difensivo perché anche i meccanismi difensivi
diventano meno attivi .
Le cause più comuni di depressione sono:
conflitti
interpersonali, situazioni lavorative troppo impegnative , perdita di una
persona cara .
la depressione in altre parole è
caratterizzata da vuoti emotivi.
Nelle depressioni
gravi si innesca una ruminazione mentale cioè un pensiero ricorrente che non
riesce ad avere una conclusione il che comporta la perdita di un pensiero
produttivo.
La scoperta di questo automatismo come
caratteristica della depressione ha prodotto una svolta nella ricerca sulla
depressione.
Negli anni sessanta la ricerca sulla
depressione venne dominata dalla ipotesi mono amminergica formulata da Joseph
Schildkraut in base alla quale la depressione dipende da uno squilibrio nei
vari neurotrasmettitori soprattutto da una carenza di serotonina.
Oggi è chiaro che questa ipotesi ha molti
limiti da quando , nel 2005 , Eero Castrèn della università di Helsinki , ha
messo in dubbio che la depressione fosse solo un fatto di chimica .
Oggi molti ricercatori ritengono che lo
stato dell’umore non è determinato solo da un eccesso o da una carenza di
neurotrasmettitori.
La depressione compromette la capacità del
cervello di adattarsi all’ambiente.
Ovviamente c’è una base anatomica e chimica,
ed è costituita dal fatto che i neuroni sono legati tra loro da punti di
contatto, le sinapsi, attraverso i quali vengono trasmessi i segnali.
Mentre il
numero dei neuroni rimane stabile, la trasmissione sinaptica può
modificarsi in maniera molto dinamica
determinando la nascita o la scomparsa di sinapsi .
Queste modificazioni costituiscono la plasticità
sinaptica che è il fondamento dell’apprendimento e della memoria .
Una forma di plasticità sinaptica è il
potenziamento a lungo termine: quando un neurone viene stimolato in
continuazione, la sinapsi si adatta e cresce, nel neurone collegato a valle, il
numero dei recettori.
Uno stress troppo intenso e prolungato
inibisce il potenziamento a lungo termine e favorisce il movimento opposto che
è la depressione a lungo termine cioè lo stop alla crescita di nuove sinapsi.
Su queste acquisizioni si basa l’uso degli
antidepressivi classificati come inibitori della ricaptazione della serotonina
SSRI che agiscono facendo in modo che il neurotrasmettitore prodotto venga
assimilato più lentamente dalle cellule e quindi, nonostante il blocco del
potenziamento a lungo termine, abbia un effetto prolungato.
Oggi con tecniche come la stimolazione
magnetica transcranica si può misurare attraverso il cranio la plasticità
neuronale del cervello.
Un fattore chimico molto importante per
favorire la plasticità neuronale è il BDNF una interleuchina di cui è possibile
somministrare una diluizione omeopatica ad azione stimolante la produzione.
Il trattamento farmacologico della
depressione equivale alla possibilità di generare un cambiamento, ma è
l’ambiente e\o gli interventi psicoterapeutici a determinare se questo
cambiamento verrà orientato o si orienterà in senso positivo o negativo per una
persona.
Oggi possiamo dire che i pazienti trattati
con i farmaci traggano più giovamento dalla psicoterapia rispetto a quelli non
trattati e viceversa il trattamento farmacologico avrà meno probabilità di
funzionare in assenza di psicoterapia.
L’ago della bilancia sono le influenze
esterne.
Ne consegue che le depressioni non debbono
essere intese solo come una patologia individuale.
Ad esempio lo stress lavorativo aumenta il
rischio di depressione del 75 %.
Un ambiente comprensivo potrebbe essere
molto utile .