Blog Dott. Vincenzo Esposito

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Poema a Vincenzino

Pubblicato in Poesia · 6 Giugno 2019
Tags: poesia
Come brani di una musica che non so scrivere
 
Ondeggia la mente
 
Martella un ricordo che può non essere di dolore
 
 
Se in esso la mente e l’anima insieme possono riposare
 
 
Viene così se c’è improvvisa
 
Non le si corre dietro
 
Ma si aspetta che sorga
 
No è la tua parola , ma plasma un magma interno mosso da una vibrazione esterna
 
Più la cerchi più non si fa trovare
 
E poi , cosa più importante non si scrive
 
 
Per farla vedere , ma per lasciare che l’anima parli
 
 
Albero di natale antico
 
Spazio piccolo in cui molte cose concentrate
 
Sempre lo stesso problema spazi ridoti
 
Ma le cose erano ordinate
 
Come sapevi  fare tu sola
 
E come ogni anno le luci ordinate e insieme , di fondo ,
 
la luce della vecchia radio
 
i quello spazio mobile , tavolo, due letti albero di natale e radio grammofono con luce calda blu
 
 
e musica
 
 
 
c’era un'altra stanza
 
più piccola lì era il mio ufficio
 
ma la vibrazione non ancora al punto giusto
 
dove sei perché non ci sei
 
sapevo e te l’ho  scritto che quando non ci saresti stata sarebbe stata
 
una follia ed è ora è la mia follia il mio vuoto
 
vorrei fumare non posso
 
sai ho tre tubi finti al posto di quelli originali
 
ma ti ho abbandonata
 
non ho visto la fine non so come andare avanti di fatto sono bloccato
 
come con le ganasce e una macchina bloccata
 
non c’è niente da fare
 
lo sapevo ma non ho fatto nulla
 
stanchezza improvvisa nelle mani e nei piedi i crampi
 
le braccia cadono si ricarica di energia  ma dove uscire , perché uscire
 
dove andare  solo se sapessi suonare
 
forse
 
ma è sempre dannazione quasi ora fumo
 
e poi nulla cambia , sai si vive ogni momento con  lo stesso sfondo
 
anche se non lo si evoca o si nasconde
 
niente e nessuno può sostituire
 
qui subisco , condivido , sento ma non ascolto
 
corro verso un rifugio che è l’altare devo andarci stanotte e mantenere la costanza
 
ricordi quando andavo a servire messa presto al mattino
 
tu non volevi
 
e se passarlo con te perché non rispondi più
 
hai ragione non ti ho parlato per anni e ora cosa voglio ?
 
e se parlo con dio e con il suo figlio
 
la sua madre
 
o madre mia è una dannazione , una solitudine
 
 
non c’è abbastanza calma
 
 
stasera l’anima non parla
 
forse troppi assenti
 
troppi conflitti non sedati e non composti
 
e soprattutto troppa velocità
 
il simbolo definisce una identità
 
ed il bromazepam calma una energia da contenere
 
carmine  vagava per la casa in cerca di ascolto
 
e la comunità lo conteneva
 
cristo che è stato sempre fuori dalle mura e da regole
 
si versava per strade agitate ieri come oggi
 
ma è stato un errore
 
cristo è un fiume ordinato è via verita e vita
 
e le vie sono infinite ma ben tracciate altrimenti ci si perde sicuramente
 
per rivoli e scorciatoie e si finisce in vicoli ciechi
 
ma cristo è come una autostrada dove si può sempre ritornare
 
l’unico problema è che se ci si è allontanati troppo diventa duro e scuro tornare
 
e soprattutto quando non  si torna
 
o si è vicini al ritorno
 
rischi anzi è sicuro che non trovi più persone e cose
 
i ricordi non si materializzano ma la mente se lasci parlare l’anima
 
la mente puo’ materializzare persone e cose
 
si è oltre sopra nel mondo vero
 
nel tessuto che tutto costruisce
 
babbo natale
 
piccolo
 
mi picchettavi sulle spalle
 
perché non ricordare quel tuo gesto
 
mi chiamavi a scendere a  terra a giocare con te
 
non ti portano
 
io non vengo ma se ti penso e ti vedo
 
gli occhi di materia sono solo strumenti
 
cristo mi porta da te e tu tramite lui vieni da me
 
se potessi abbracciarti  il tempo  esiste  ma la forma delle nostre persone è
 
ormai scritta dalla penna che evoca l’eterno
 
la  musica che ti piace
 
ti vedrò oltre il mio vitreo appannato da cataratte
 
lui ci porterà l’uno verso l’altro
 
ci diamo la mano per alzarci in piedi
 
stai in piedi  s
 
tu sei il progetto  senso degli altri anni che spenderò
 
non sanno quello che fanno
 
e non pagheranno ne a me ne a te
 
non abbiamo conti aperti
 
tu creerai , produrrai
 
prendi la bandiera del nostro nome e portala avanti sempre per vincere non su altri uomini
 
portalo per pregare il dio che ti fece usando un ventre   che anche se non di maria madre
 
che non ti stanno insegnando c’è
 
per me e per te  ti porterò un piccolo rosario d’oro con cui la pregherai sempre
 
lo prenderò a pompei  dove apparse
 
a metà strada fra me e te
 
pensano che sia un muro come quello che costruiscono per non condividere il pane della vita con chi
 
ha semplicemente fame
 
ma  ti porterò un piccolo catechismo per i bambini
 
non riusciranno a togliertelo
 
è uno strumento sacro
 
sono strumenti sacri
 
chi li vuole distruggere si distruggerà
 
sai sono un uomo come te e non riesco a non odiare
 
ma ti dico non  vergognarti mai dei tuoi sentimenti
 
ma non usarli per fare del male
 
sai il tuo vecchio nonno
 
cioè quello che viene prima di te
 
è un medico , non fa il medico è un medico
 
il medico stà con la gente , tutta la gente , qualsiasi gente
 
anche se gli è difficile
 
il tuo nonno , quello che viene prima di tè, ha difficoltà a stare con qualsiasi persona
 
ma ci stà  perché è medico
 
ricorda è medico non fa il medico
 
il medico è un mestiere , si inventa , si costruisce , si produce come un pane
 
per il pane ci vuole il lievito
 
oggi quelli che pensano di averti fatto sanno usare solo il lievito di birra
 
e quello gonfia ( scusa il nonno , quello che viene prima di te, parla per metafore)
 
la metafora  scherza sul reale perché  sa quanto è falso e ingannevole e crudele il reale , la metafora no, essa  è vera
 
ti insegneranno il contrario
 
non dargli retta sono ignoranti
 
e l’ignorante per definizione è quello che sa,
 
invece la verità è che non sappiamo
 
forse comprendiamo e solo alla fine conosceremo .
 
  torniamo al lievito quello vero , come la metafora, è il lievito madre
 
ricordati madre
 
sai la mia è andata via sono venuto nella sua casa troppo tardi
 
ed è andata via , giustamente era stanca di aspettarmi o doveva uscire per forza a fare la spesa
 
io ti prometto che non andrò via prima che tu possa venire grande , alto, forte , pieno di conoscenza
 
verrai a prenderti il mio anello e le chiavi della mia biblioteca che non sarà più mia ma di quanti vogliono fare della conoscenza l’arma per combattere la giusta battaglia che una sola
 
trovare un bambino saggio, forte perché la forza non sta il muscoli di carne destinata a marcire , né in percorsi perversi della mente alterata
 
verrai pulito, chiaro e semplice e netto nel linguaggio
 
verrai  per andare oltre me e continuare a vincere sul male
 
anche se oggi ti avvolge come una nuvola di fumo basso denso e stomachevole di hashish
 
ti prometto che ti  aspetto
 
ma prima corona d’oro del rosario e catechismo per i piccoli
 
li farò benedire contro diaballein  che  credette  e crede di vincere contro yehowa  ma il suo figlio il cristo vendicatore è nato
 
vuol dire che è già nel tempo che è una nostra invenzione
 
per schiacciarlo in un non tempo
 
quando non ci sarà più tempo per prendere tempo
 
giusto l’attimo per chiedere un perdono che non è detto che sia dato
 
per chi dà scandalo ad uno dei miei piccoli meglio legarsi una macina al collo e gettarsi in mare
 
e non saranno riconosciuti e resteranno fuori dove è pianto e stridore di denti
 
darò a zia lalla di darti queste cose scritte
 
sai  può darsi che una di queste sere anche io dovrò andare per forza a fare la spesa come ha fatto la mia mamma tre anni fa
 
forse è uscita per comprarmi il regalo di natale
 
si
 
perché è uscita pochi giorni prima di natale lasciando il letto in disordine
 
ora sono nella sua stanza
 
da stasera la chiamerò perché ritorni come una volta a coprirmi le spalle con la coperta
 
sappi  che non sono solo c’è la nonna ,
 
la buona nonna ondina chiamala così
 
non chiamarla assunta se no si arrabbia
 
se la incontri strigile forte le braccia al collo
 
la tua stretta non è efficace come la mia né come quella dei suoi figli
 
la tua è più forte
 
buon natale VINCENZO       



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